Quante volte introduciamo cibo in una giornata? Avete mai pensato un attimo che tutto quello che introduciamo ha un destino? In realtà è proprio così. Il cibo che ingeriamo viene utilizzato dal nostro organismo per costruire e riparare i tessuti che vanno fisiologicamente e quotidianamente incontro a invecchiamento e distruzione. Siamo fatti del cibo solido che mangiamo, dell’acqua che beviamo, dell’aria che respiriamo e di tutto ciò che arriva dall’esterno. Quindi la qualità delle sostanze che il nostro organismo assimila influenza il nostro benessere fisico e mentale.
Normalmente si fa poca attenzione a ciò che viene ingerito; raramente si pensa che quella sostanza diventerà parte di noi e che condizionerà i nostri processi chimici, biologici ed energetici. Se una sostanza è compatibile con la nostra natura l’organismo la assimilerà senza fatica e ne trarrà beneficio, ma al contrario se quella sostanza è incompatibile con il nostro organismo risulterà un inquinante provocando un affaticamento per neutralizzarne gli effetti negativi con perdita di energia e di forza vitale. Quando il nostro organismo non è più in grado di eliminare le tossine introdotte ed accumulate si manifesta la malattia nella parte più debole del nostro corpo. Il concetto fondamentale, quando si parla di alimentazione, è che l’uomo è ciò che mangia. Se noi basiamo la nostra alimentazione su cibi che contengono sostanze nocive, ormoni della crescita, pesticidi o che subiscono modificazioni genetiche, dobbiamo renderci conto che il nostro corpo inevitabilmente subirà delle conseguenze. Ci sono cibi che ammalano e cibi che guariscono. Provate a pensare alla differenza della consistenza e del sapore di un pollo ruspante del pollaio di vostro nonno con un pollo di allevamento, o la differenza di un pesce pescato in acque libere rispetto quello di allevamento….ma fondamentalmente cosa cambia? Solo ciò che mangiano.
Vi riporto sotto alcune citazioni storiche che hanno sempre condizionato il mio modo di pensare e che mi hanno portato a credere tantissimo nella mia professione, sperando che siano anche per voi uno spunto di riflessione:
- Noi siamo quello che mangiamo (filosofo tedesco Feuerbach);
- L’Arte del vivere consiste nel morire giovani il più tardi possibile (Ashley Montagu, antropologo e saggista inglese);
- Su un papiro egiziano del 3800 a.c. c’è scritto: ¼ di ciò che mangiamo ci serve per vivere, gli altri ¾ serve a far vivere i medici;
- Quando qualcuno desidera la salute occorre chiedergli se è disposto a sopprimere le cause della malattia. Allora solamente è possibile aiutarlo (Ippocrate, considerato il padre della medicina);
- Che il cibo sia la tua medicina (Ippocrate);
- Il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono (Anthelme-Savarin);
Sono sicura che nessuno di voi potrà rimanere indifferente a questa lettura, quindi da oggi provate a pensare che quando introduciamo qualcosa nella nostra bocca, in qualche modo, provochiamo risposte ormonali e metaboliche, quindi sicuramente metteremo delle pedine importanti o per la nostra salute o per malattie future…..impariamo a riflettere!